Dopo averlo snobbato senza motivo
per anni, forse sentendomi inconsciamente inadeguato, finalmente, ormai maturo
al punto giusto, ho terminato di leggere Il
Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Magnifica lettura! La lingua
italiana elevata alla massima potenza; una libidine per i pochi neuroni ancora capaci
di apprezzare uno stile di scrittura così superlativo.
Sono rimasto incantato
dall’eleganza raffinata della prosa, dalla scelta attentissima dei vocaboli e
soprattutto degli aggettivi, dalla corposa fluidità di una sintassi complessa,
ricercata, ma non inaccessibile.
Confesso che al principio mi ha
impressionato più la forma che il contenuto, ma col progredire della lettura,
mi sono deliziato con i conflitti interiori e le argute ironie del Principe
Fabrizio, la temerarietà irriverente di Tancredi, le descrizioni maliziose dei
protagonisti, gli umoristici sotterfugi usati per descrivere i delitti di
mafia, il ritratto impietoso della meschinità contadina, la concretezza
realistica e profetica del dettaglio storico. La descrizione che il Principe
fa, amareggiato e disilluso, alla fine del quarto capitolo, della Sicilia e dei
siciliani, è di un realismo crudele e impressionante.
Un affresco storico, politico e sociale di grandezza assoluta.
Un affresco storico, politico e sociale di grandezza assoluta.
Già poco tempo fa avevo
rifocillato lo spirito con la stupenda prosa di Italo Calvino, consolandomi di
tante approssimative traduzioni di autori stranieri letti di recente, ma ora
con Il Gattopardo ho provato
finalmente un godimento nuovo, quasi sconosciuto.
Concordo con chi lo paragona ai Promessi Sposi di Manzoni e lo vorrebbe
introdurre nel programma scolastico dei nostri licei (cosa che ritengo
impossibile vista l’aberrante grettezza di chi ci comanda). Anzi, rispetto alla
ottocentesca gravosità del Manzoni, forse riuscirebbe più facilmente a far
breccia nelle obnubilate menti dei nostri adolescenti.
Attenzione però, non deve essere
una lettura frettolosa o di ripiego –non lo ritengo possibile!-. Se non vi
sentite pronti, fate come me; aspettate il momento giusto, ma poi… godetevela!
“Tutto questo non dovrebbe poter durare; però durerà, sempre; il sempre umano, beninteso, un secolo, due secoli…; e dopo sarà diverso, ma peggiore. Noi fummo i Gattopardi, i Leoni: chi ci sostituirà saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti, gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra.”
Interessante il trailer americano del film di Luchino Visconti: