Blog NEWS (13/05/17)

  • - The end of the game...
  • - Continua l'autunno: nuovo post.
  • - Nuove foto: autunno stagione magica!

domenica 30 dicembre 2012

Buon Anno... A sangue freddo!

Fine anno e, come si suol dire, tempo di bilanci. Perché? La solita retorica “riempigiornaliperallocchi” e niente più. I bilanci, nella vita, si fanno quando serve, non in momenti fissi e prestabiliti come nella contabilità fiscale. Quindi, se ora mi cimento, vuol dire che ne sento la necessità (oppure non ho niente di meglio da fare…).

Per praticità, possiamo dividere il resoconto per argomenti.


*  LIBRI. In questo campo, grandi soddisfazioni: Il Gattopardo, Furore (rilettura), A sangue freddo, Sostiene Pereira, I racconti di Calvino (rilettura), La bottega dell’antiquario e Cent’anni di solitudine (rilettura); tutti una spanna sopra gli altri. L’invecchiamento e l’amarezza che l’accompagna portano ad un graduale e appassionato riavvicinamento ai grandi classici (Dickens, Hugo, Dumas, Cechov, Steinbeck, Balzac, Hemingway, Faulkner, Kafka, ecc.).






*  MUSICA. Grandi scoperte, anche non recentissime, nell’esplorazione del neo-progressive e affini, con alcune perle veramente imperdibili (Echolyn - As the world, Sean Filkins - War and Peace & Other Stories, Spock's beard – Snow, Änglagard - Viljans öga, Steve Hackett - Genesis Revisited II, Big Big Train - English Electric (Part One)… eccetera). Grande ritorno dei Dead Can Dance con Anastasis.

In ambito italiano, non c’è molto da scialare: un buon Live dei Negrita e l’ultimo di Zucchero –La sesion cubana- mi paiono le cose migliori.

Il calendario concerti del 2012 ci ha regalato due grandi spettacoli: la tournèe di addio di Ivano Fossati ed una ennesima grande performance, purtroppo molto bagnata, nella nostra “amica” Fiorella Mannoia.




*   CINEMA. A mio giudizio, annata piuttosto magra. Nessun grande capolavoro da ricordare in eterno. Cena tra amici (Le prènom) e Argo forse le cose migliori. Grande delusione, ma c’era da aspettarselo date le premesse, da parte di Prometheus, forzato e presuntuoso tentativo di prequel di un grande e inarrivabile capolavoro della fantascienza come Alien (1979), nonostante tutte le buone intenzioni del creatore di entrambi i film, Ridley Scott.
     Il tanto atteso Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato non l'ho visto e, per il momento, non ho intenzione di vederlo. Come già accaduto per Il signore degli anelli, ho troppo amato il libro per essere impaziente di vedere il film.




*    VIAGGI.  Due belle esperienze, di indubbio fascino e magiche atmosfere, che facevano parte della nostra personale “Lista dei desideri” già da parecchio tempo: Lisbona e Zanzibar. La confusione e la frenesia di una grande città mediterranea, ma aperta sull’oceano, contrapposte alla esotica e coloratissima mama Africa. Bellissime sensazioni e immagini rimaste immortalate in foto e video da guardare e riguardare.




*     VITA QUOTIDIANA. E qui casca l’asino. Tutto è diventato troppo difficile, snervante e complicato. Hai voglia a far viaggi, legger libri, ascoltare musica, vedere film per cercare di sopravvivere e compensare l’enorme dose di fatica e stress che comporta anche solo svegliarsi la mattina e pensare… Sembra banale, ma anche l’arrivo di un cagnolino di nome Bilbo può contribuire a migliorare la qualità di vita. Sicuramente da un cane sai cosa non potrai mai aspettarti: cattiveria gratuita, ipocrisia, egoismo, tradimenti, infedeltà, doppio gioco…




*     LAVORO & SOCIETÁ. Una voragine senza fondo. Siamo tenuti in ostaggio da una banda di infami ed arroganti cialtroni. Dicono che noi italiani siamo individualisti, anarchici, egocentrici ed insubordinati (io lo sono di sicuro!) e ci meritiamo chi ci amministra e ci governa. Ebbene, di tutti gli italiani che conosco e frequento, di varia estrazione sociale o provenienza etnica e geografica, nessuno, dico nessuno, é talmente indegno da meritarsi tutto questo.

Sarò stato bravo io a scegliermi i migliori!




Ora, a questo esercito di migliori, con tutta la disubbidienza e l’indisciplina che posso, auguro di tutto cuore di resistere e poi resistere e poi resistere, anche per tutto il 2013.






martedì 27 novembre 2012

Benvenuto Bilbo!

Vi presento il nuovo arrivato in famiglia: il cucciolo Bilbo.

 


Un piccolo Yorkshire Terrier allegro e simpaticissimo che dovrà fare amicizia con la gatta certosina Beba e il suo vecchio compagno di giochi Diego.







Auguri!







 

domenica 18 novembre 2012

I MIGLIORI FILM DEGLI ULTIMI ANNI (only for me, of course…)

Mi piace ogni tanto ripensare ai bei film che ho visto negli ultimi tempi. Alle sensazioni piacevoli, alla commozione, agli stimoli intellettuali, al divertimento, ai rimpianti, alla pelle d’oca, a tutto quel miscuglio di sentimenti che vengono evocati o scatenati dalla visione di una bella storia sul grande schermo.
Così mi sono preso la briga di stendere un elenco molto personale, con i titoli a mio giudizio più meritevoli di attenzione, fra i film visti nelle ultime stagioni.

2008:
      ·  Il papà di Giovanna (Un Pupi Avati sopra le righe)
      ·  Giù al Nord 
      ·  Changeling (Clint Eastwood e una magnifica Angelina Jolie che regge quasi da       
sola 2 ore e mezza di film; finalmente una bella gnocca che sa recitare…)
      ·  Il giardino di limoni
 
2009:
·   The reader (Commovente, intrigante, originale; con una grande interpretazione   di Kate Winslet)
·   Gran Torino (Semplicemente ancora Clint Eastwood… e due!)
·   Basta che funzioni (Semplicemente Woody Allen…)
·  Bastardi senza gloria (mescolare una dose di Quentin Tarantino, una dose di 2° guerra mondiale, una dose di persecuzione di ebrei, due dosi di nazisti spregevoli, una spruzzatina di eroi alleati, tre o quattro grandi attori, shakerare e voilà…)














2010:
·  Invictus (Semplicemente ancora Clint Eastwood, questa volta un po’ retorico… e tre!)
·   Il segreto dei suoi occhi
·   Hereafter (Semplicemente ancora Clint Eastwood… e quattro!)
·  La donna che canta (Il dramma della Palestina mai rappresentato così realisticamente e crudemente. Da vedere in apnea.)

2011:
·   Io sono Li (la difficile vita di un’immigrata cinese in formato poesia.)
· Contagion (Uno scenario futuribile, scientificamente plausibile e storicamente credibile.)
·  Una separazione (La crisi di una coppia nel moderno Iran. Ritratto umano senza confini. Bellissimo.)
·   Miracolo a Le Havre
·   Midnight in Paris (Semplicemente Woody Allen… e due!)
·   The artist
·   La chiave di Sara (La deportazione di una delle tante famiglie di ebrei francesi da parte della stessa gendarmeria francese, per compiacere gli invasori tedeschi. Un viaggio nella storia e nel proprio passato visto da una prospettiva singolare. Commovente e affascinante.)
·   The help
·   The lady – L’amore per la libertà (Aung San Suu Kyi, L’unica vera eroina dei tempi moderni.)
·   Tutti i nostri desideri

2012:
·   Paradiso amaro (finalmente un George Clooney bravo e convincente.)
·   Quasi amici
·   Cena tra amici (le prénom)
-   Argo


Appare lampante che, nel recente passato, l’anno più prolifico di belle storie risulti essere stato il 2011.
In un’altra occasione, magari, mi potrò dedicare ai film più brutti. O no?
No, forse quelli è meglio dimenticarli e basta.






giovedì 1 novembre 2012

La via digitale del rock

Saper utilizzare adeguatamente gli strumenti messi a disposizione dal web per ricercare ed esplorare nuovi orizzonti musicali apre prospettive fantastiche e sconfinate.
Dimenticando per un momento tutte le opzioni pseudo-illegali per scaricare musica a sbafo, esistono comunque un gran numero di siti per la condivisione gratuita o meno, l'ascolto in streaming e l'acquisto di musica digitale, anche in qualità CD lossless (cioè in formato non compresso e senza perdite rispetto all'edizione commerciale), che permettono di valutare e farsi un'idea anche di interi album prima di procedere eventualmente all' acquisto. 
Molti artisti e gruppi di qualità, che difficilmente troverebbero spazio nel business musicale "ufficiale", possono trovarne tramite la diffusione digitale via internet, grazie al tam-tam dei social network, dei forum e dei blog dedicati ai vari generi musicali, nonchè tramite l’utilizzo degli stessi siti web personali dei musicisti.
L'acquisto di musica in formato digitale, non solo mp3, molto più diffusa e "consumer", tuttavia con evidenti limiti di compressione sonora (ben poco tollerabile per gli ascoltatori audiofili più esigenti), ma, come dicevo, anche "lossless" tipo Flac (Free lossless audio codec), è inoltre estremamente economico: in media da 4-5 a 8-10 € per un intero CD, compresi cover e booklet in formato pdf.
A ciascuno di noi poi la scelta se masterizzare il tutto su cd e ascoltarlo con un classico lettore (caro, vecchio Hi-Fi...), o se utilizzare direttamente il nostro PC/Mac con un buon sistema di casse, almeno 2.1 (1 subwoofer + 2 satelliti), o, peggio, se importare su iPod o simili e cazzeggiare in giro per il mondo con pessime cuffiette e volumi ai limiti del trauma acustico.
Grazie a questo sistema, ho fatto scoperte interessantissime nel campo del mio prediletto "Progressive Rock" e non solo, rendendomi conto che esiste, anche in pieno secondo millennio, un gran numero di gruppi estremamente dotati, sia dal punto di vista compositivo che da quello strettamente tecnico strumentale.
Per farvi capire meglio, mi esibisco qui di seguito in un classico Linking and Embedding (o file sharing, vedete un po' voi...) con alcuni dei migliori album neo-progressive degli ultimi anni. 
E’ possibile sia ascoltare direttamente i brani, cliccando su di essi e sul tasto play, sia linkare al sito di origine per maggiori informazioni e l’eventuale acquisto (servono carta di credito o account PayPal), con immediato download sul vostro pc.






The Aristocrats - New Album Preview by thearistocratsband



anathema-a natural disaster by ssadel1388



sabato 13 ottobre 2012

Zanzibar, settembre 2012 (Trailer HD720p)

Avevo parlato di un viaggetto in Africa. Eccolo qua.
NOTA: per apprezzare la qualità HD720p, cliccare sul bottone a forma di ingranaggio in basso a destra.

 

sabato 6 ottobre 2012

FURORE. La parola giusta al momento giusto.

John Steinbeck pubblicò il suo romanzo più famoso, Furore (The grapes of wrath), nel 1939; negli anni in cui gli Stati Uniti d’America vivevano la più grande crisi economica della loro breve storia.
Milioni di lavoratori e le loro famiglie, prevalentemente contadini, braccianti, mezzadri e piccoli proprietari terrieri, erano stati letteralmente ridotti in miseria dalla crisi seguita al crollo di Wall Street del ’29, stritolati dai debiti con le banche, dalle pretese dei grandi latifondisti, dai prezzi di mercato imposti dalle grandi compagnie, dalla lunga siccità con tempeste di polvere e dall’introduzione di trebbiatrici a motore che svolgevano in poco tempo e con minor costo il lavoro di un gran numero di uomini.
Costretti ad abbandonare i loro poderi e le loro misere case, spesso fisicamente abbattute dalle stesse trebbiatrici che prendevano il loro posto nei campi, vagavano indifesi ed in balia dei potenti e della loro arrogante polizia lungo le strade del paese, verso Ovest, con la speranza di un lavoro e di un futuro.


La storia della famiglia Joad, mirabilmente narrata da Steinbeck e portata a simbolo di migliaia di altre famiglie americane ugualmente disperate, si dipana, capitolo dopo capitolo, in un lungo viaggio sulla famosa Route 66 da Est verso Ovest, fino alla California, vista come miraggio di salvezza, di benessere, di lavoro e di pace.
Come interludi, Steinbeck alterna alla storia brevi capitoli con commenti e descrizioni che rappresentano dei piccoli capolavori di analisi sociologica ed economica, di un realismo e un’attualità sorprendenti.

“E i latifondisti, che si sanno destinati a perdere la terra in caso di rivolta organizzata, i grossi latifondisti che conoscono la storia, che hanno occhi per leggere la storia e intelligenza per capirla, sanno, conosco benissimo il fatto fondamentale che quando la proprietà terriera si accumula nelle mani di pochi, va inesorabilmente perduta.
E sanno anche quest’altro fatto, concomitante, che quando una maggioranza ha fame e freddo, essa finisce sempre col prendersi con la violenza ciò che le occorre. E sanno infine questo terzo fatto, meno evidente forse, ma sempre presente nel corso della storia: che cioè le repressioni servono solo a rinvigorire e a riunire tra loro i perseguitati.”

Vi ricorda qualcosa?
Quale miglior periodo storico, di profonda e sottovalutata crisi economica, per leggere questo libro?
Con le dovute proporzioni, non è forse quello che sta accadendo dalle nostre parti?
Grazie all’incapacità amministrativa, alla disonestà, all’ingordigia e all’arroganza di pochi, non rischiamo forse di finire tutti come la famiglia Joad?
Poco lavoro e mal pagato, niente pensione, tasse, benzina e prezzi alle stelle, stato sociale in malora, assistenza sanitaria idem.
La grande differenza è che nel nostro paese girano ancora troppi soldi, frutto perlopiù di lavoro nero, evasione fiscale, favoritismi, intrallazzi e imbrogli di vario genere, per poter parlare veramente di povertà, ma l’equilibrio ormai è molto precario, la linea di confine troppo labile.
Precipitare nel dirupo è molto facile, basta un niente: la perdita del lavoro, qualche rata del mutuo non pagata, un investimento sbagliato, una imprevista malattia o un banale incidente, una letterina da Equitalia, una causa legale, un errore giudiziario o tributario (la Stato ha sempre ragione!)…

Un’altra grande differenza, purtroppo, è che noi qui non abbiamo un Franklin Delano Roosevelt. Non abbiamo nessuna prospettiva di New Deal. Nulla di nulla.
Abbiamo un professorino impettito, con un sorrisetto schifato sempre stampato sulla faccia, che ci spiega con supponenza e pedanteria come dobbiamo comportarci da bravi bambini moderni, ricordandoci continuamente (sempre con l’aria di prenderci per il culo) che la ricreazione è finita.
Al posto del New Deal potremmo avere un governo Berlusconi tris o quater con il Trota Ministro dell’Interno, la Minetti Ministro dell’Istruzione e Fiorito Ministro dell’Economia…

FURORE. Il libro giusto al momento giusto.
FURORE. La parola giusta al momento giusto.



Immagini della depressione con la voce di Bruce Springsteen



martedì 18 settembre 2012

La pioggia, L’uragano FIORELLA, HAKUNA MATATA, Africa ...e altre storie

Tra le maggiori idiozie mediatiche della recente stagione estiva spicca la nuova brillante idea di affibbiare un nome proprio di persona a qualsivoglia evento metereologico, sulla falsariga degli uragani tropicali (Katrina docet). Ecco così affacciarsi sull’Italia l’anticiclone Caronte o il vortice ciclonico Poppea, descritti con grande dovizia di particolari e dati scientifici incomprensibili ai più, che almeno ottengono lo scopo di occupare varie colonne sui giornali o svariati minuti di servizio nei TG. Ormai lo sappiamo, per costoro tutto fa brodo pur di tener desta l’attenzione del popolo bue.
Di questo passo ci ritroveremo col venticello Marcello, la pioggerellina Giuseppina, la bora Deborah e la tramontana Loredana…

Comunque sia, la sera del 3 settembre, sul Teatro Romano di Verona, oltre che l’acquazzone Leone, si è abbattuto l’uragano Fiorella (Mannoia). Il previsto concerto della nostra cantante preferita non nasceva sotto buoni auspici metereologici; le ire di Poppea flagellavano già da giorni città e provincia. Altri concerti ed eventi dal vivo hanno dovuto fare i conti con questo infelice inizio di settembre.
Ma la cara Fiorella non si è tirata indietro e ha sciorinato quasi due ore filate di ottima musica italiana, tratta sia dal suo vecchio repertorio (I treni a vapore, quello che le donne non dicono, Clandestino, Il cielo d’Irlanda…), sia dal nuovo CD Sud (Io non ho paura, In viaggio, Quando l’angelo vola, Non è un film…). Il concerto si è chiuso, purtroppo in tutta fretta sotto una pioggia battente, con un omaggio a Lucio Dalla (Cara). Ottimi arrangiamenti e grande spazio al ritmo e alle percussioni, per avvicinare le sonorità il più possibile a quelle dei vari Sud musicali, cui la Mannoia recentemente molto si ispira.
Il leitmotiv della serata, tanto nei testi delle nuove canzoni, quanto nelle presentazioni e nelle considerazioni dell’artista, è stato la condizione di sofferenza, povertà, discriminazione e sfruttamento dei popoli del sud del mondo, Africa in primis. In linea di principio, nulla da eccepire. Però, a mente fredda, devo esprimere dei dubbi nei confronti della utopistica e forse semplicistica esibizione di fratellanza, amore e comprensione a cui ho assistito. La continua indulgenza verso i limiti, le incapacità e gli errori storicamente evidenti di certi popoli (governi?) del “Sud”, oltre che la retorica sinistroide che colpevolizza sempre e comunque le nazioni del “Nord”, più ricche, ma anche più intraprendenti, laboriose e, perché no, silenziose e introverse, comincia sinceramente a stancarmi, con tutto il rispetto per l’intelligenza, la rara sensibilità e la sicura buona fede della nostra amica Fiorella.
Per pura fatalità inoltre, proprio il giorno successivo al concerto, dovevo partire per una breve vacanza africana, e il coinvolgimento emotivo della serata ha accentuato la voglia e l’interesse nei confronti della nuova e diversa realtà che avrei affrontato.

Uno dei migliori video del concerto caricati su YouTube
                         

Volevamo vedere l’Africa Nera e siamo stati accontentati. Di nera abbiamo trovato soprattutto la miseria, e tanta. Capanne di fango e paglia (lamiera ondulata per i più facoltosi…), abiti sbrindellati, discariche a cielo aperto, condizioni socio-economiche e igienico-sanitarie disastrose. Una marea di bambini abbandonati a sé stessi, sorridenti e apparentemente sereni, che fanno da sottofondo alla retorica turistica dell’Africa colorata, ottimista e senza pensieri (Hakuna matata!).
L’abisso che separa la nostra moderna civiltà occidentale dalla profonda Africa è ormai assolutamente incolmabile. I neologismi ipocriti inventati dalla diplomazia politicamente corretta parlano di “paesi in via di sviluppo”.
Quale sviluppo? Manca tutto: elettricità, acqua corrente pulita, fonti energetiche, smaltimento rifiuti, assistenza sanitaria, lavoro regolare, stato sociale…
Camminare in questi villaggi, calpestando terra battuta, escrementi, rifiuti di qualsiasi origine, inseguiti da torme di bambini di ogni età, tutti regolarmente scalzi, che vanno in visibilio per una caramella o una penna biro, dà l’impressione di essere extraterrestri provenienti da una lontana galassia appena sbarcati su un pianeta sconosciuto.
Lo stile e le abitudini di vita occidentali sono ormai assolutamente incompatibili con la realtà che scorre davanti ai nostri occhi; si tratta di due mondi distinti e distanti anni luce, nonostante si tenti con disinvoltura di venderci (per gettare benzina sui nostri sensi di colpa) l’immagine dell’africano rilassato, sorridente, fatalista, che non pensa al futuro e vive alla giornata sentendosi parte integrante della natura che lo circonda, esente dallo stress, dalla competitività, dall’arrivismo tipicamente occidentali, propri di chi possiede qualcosa e la vuole -giustamente?- difendere.
Lo diceva anche De Andrè:
“Non desiderare la roba degli altri
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa”

Lo straniero, soprattutto nelle vesti di turista, si ritaglia un’esistenza a parte, con tutte le comodità e i confort a cui è abituato, circondandosi con soddisfazione di abitanti del luogo pronti ad elargire un Jambo Jambo e un Hakuna matata in cambio di pochi dollari, dell’acquisto di un souvenir, dello scatto di una fotografia…  
Poi si ritira nel suo mondo dorato a bere un Daiquiri sui bordi della piscina infinity, guardando distrattamente un tramonto africano all’orizzonte.


Non troppo prossimamente, aspettatevi il solito video del viaggio.