Avevo parlato di un viaggetto in Africa. Eccolo qua.
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Blog NEWS (13/05/17)
- - The end of the game...
- - Continua l'autunno: nuovo post.
- - Nuove foto: autunno stagione magica!
sabato 13 ottobre 2012
sabato 6 ottobre 2012
FURORE. La parola giusta al momento giusto.
John Steinbeck pubblicò il suo
romanzo più famoso, Furore (The grapes of wrath), nel 1939; negli anni in cui gli Stati Uniti d’America vivevano la
più grande crisi economica della loro breve storia.
Milioni di lavoratori e le loro
famiglie, prevalentemente contadini, braccianti, mezzadri e piccoli proprietari
terrieri, erano stati letteralmente ridotti in miseria dalla crisi seguita al
crollo di Wall Street del ’29, stritolati dai debiti con le banche, dalle pretese
dei grandi latifondisti, dai prezzi di mercato imposti dalle grandi compagnie,
dalla lunga siccità con tempeste di polvere e dall’introduzione di trebbiatrici a motore che svolgevano
in poco tempo e con minor costo il lavoro di un gran numero di uomini.
Costretti ad abbandonare i loro
poderi e le loro misere case, spesso fisicamente abbattute dalle stesse
trebbiatrici che prendevano il loro posto nei campi, vagavano indifesi ed in
balia dei potenti e della loro arrogante polizia lungo le strade del paese,
verso Ovest, con la speranza di un lavoro e di un futuro.
La storia della famiglia Joad, mirabilmente
narrata da Steinbeck e portata a simbolo di migliaia di altre famiglie
americane ugualmente disperate, si dipana, capitolo dopo capitolo, in un lungo
viaggio sulla famosa Route 66 da Est verso Ovest, fino alla California, vista
come miraggio di salvezza, di benessere, di lavoro e di pace.
Come interludi, Steinbeck alterna
alla storia brevi capitoli con commenti e descrizioni che rappresentano dei
piccoli capolavori di analisi sociologica ed economica, di un realismo e
un’attualità sorprendenti.
“E i latifondisti, che si sanno
destinati a perdere la terra in caso di rivolta organizzata, i grossi
latifondisti che conoscono la storia, che hanno occhi per leggere la storia e
intelligenza per capirla, sanno, conosco benissimo il fatto fondamentale che
quando la proprietà terriera si accumula nelle mani di pochi, va
inesorabilmente perduta.
E sanno anche quest’altro fatto,
concomitante, che quando una maggioranza ha fame e freddo, essa finisce sempre
col prendersi con la violenza ciò che le occorre. E sanno infine questo terzo
fatto, meno evidente forse, ma sempre presente nel corso della storia: che cioè
le repressioni servono solo a rinvigorire e a riunire tra loro i perseguitati.”
Vi ricorda qualcosa?
Quale miglior periodo storico, di
profonda e sottovalutata crisi economica, per leggere questo libro?
Con le dovute proporzioni, non è
forse quello che sta accadendo dalle nostre parti?
Grazie all’incapacità
amministrativa, alla disonestà, all’ingordigia e all’arroganza di pochi, non
rischiamo forse di finire tutti come la famiglia Joad?
Poco lavoro e mal pagato, niente
pensione, tasse, benzina e prezzi alle stelle, stato sociale in malora, assistenza
sanitaria idem.
La grande differenza è che nel
nostro paese girano ancora troppi soldi, frutto perlopiù di lavoro nero,
evasione fiscale, favoritismi, intrallazzi e imbrogli di vario genere, per
poter parlare veramente di povertà, ma l’equilibrio ormai è molto precario, la
linea di confine troppo labile.
Precipitare nel dirupo è molto
facile, basta un niente: la perdita del lavoro, qualche rata del mutuo non
pagata, un investimento sbagliato, una imprevista malattia o un banale
incidente, una letterina da Equitalia, una causa legale, un errore giudiziario
o tributario (la Stato ha sempre
ragione!)…
Un’altra grande differenza, purtroppo, è che noi qui non abbiamo un Franklin Delano Roosevelt. Non abbiamo nessuna prospettiva di New Deal. Nulla di nulla.
Abbiamo un professorino impettito,
con un sorrisetto schifato sempre stampato sulla faccia, che ci spiega con
supponenza e pedanteria come dobbiamo comportarci da bravi bambini moderni, ricordandoci continuamente
(sempre
con l’aria di prenderci per il culo) che la ricreazione è finita.
Al posto del New Deal potremmo
avere un governo Berlusconi tris o quater con il Trota Ministro dell’Interno,
la Minetti Ministro dell’Istruzione e Fiorito Ministro dell’Economia…
FURORE. Il
libro giusto al momento giusto.
FURORE. La
parola giusta al momento giusto.
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