Blog NEWS (13/05/17)

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domenica 26 giugno 2011

La settima arte, oggi

Uno alla volta, hanno chiuso i battenti tutti i vecchi cinema del centro storico. Che tristezza! Le nostre domeniche adolescenziali con gli amici… Le serate con la morosa… La storica abbinata pizza e cinema… E ora?
Tutti a vagare come zombi nei centri commerciali dotati di cinema multisala 3D, a ingozzarci –lo fanno tutti!- di popcorn e cocacola in bicchieroni di plastica, a comprare -già che siamo qua- cazzate assolutamente inutili, rintronati da musicaccia infernale e congelati dall’aria condizionata –così si risparmia quella di casa-?
Nooooo!

Per fortuna esistono ancora i cineforum. Pochi, magari mal distribuiti o improvvisati, ma esistono.
Non sono un’entità astratta o virtuale del cyberspazio in cui, distratti da altri target, chattiamo o postiamo commenti pieni di k x y @ # sull’ultimo videoclip di MTV o di Youtube.
Nooooo!
Sono vecchi locali in muratura, talvolta rimodernati talaltra no, occupati interamente da file di poltrone che guardano una parete coperta per quasi tutta la grandezza da uno schermo bianco. Rivolto verso quella parete, quando la vista mi funziona, confuso in mezzo a pochi altri carbonari, a pensionati più o meno parkinsoniani e sciami di vedove inconsolabili, riesco ancora a godermi un bel film, quelli cosiddetti “d’autore” solo perchè raccontano con passione e sapiente mestiere una bella storia.
Già, perché il segreto è tutto lì. Per fare un bel film serve una bella storia, coinvolgente e ben raccontata. Drammatica o divertente, non importa, basta che sia bella.
Quelli non “d’autore” poi, con intenti prevalentemente commerciali, in genere sono un vergognoso guazzabuglio di volgarità, sesso, violenza ed effetti speciali che molto raramente si combinano in un prodotto di qualità; vedi i nostri cinepanettoni o le megaproduzioni hollywoodiane ispirate a fumetti o videogiochi (sic!).
Nei cineforum, per fortuna, si può assistere al connubio fra film decisamente difficili o indigesti, ma stimolanti, e film più commerciali fruibili da un vasto pubblico, ma ciononostante di elevata qualità.
Per fortuna, l’elenco di questi ultimi è ancora abbastanza lungo. Il primo nome che mi viene in mente a mo’ di esempio è quello di Clint Eastwood, che da Mystic River in poi sembra non sbagliare un colpo.
Non vorrei mai assumere il ruolo di spocchioso saccente col naso levato, che gode solo nel guardare film pallosissimi di provenienza esotica, vincitori –come evitarlo?- di qualche festival cinematografico alternativo. Questo mai. Tutti noi pseudo-cinefili abbiamo adorato Fantozzi e il suo urlo liberatorio “Per me la corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca”!
Scrollandomi di dosso questo imbarazzo, posso parlare solo di quello che al cinema mi emoziona, mi stimola, mi commuove e soprattutto mi piace. E magari parlarne con voi.

domenica 19 giugno 2011

Ascolti della memoria

Costretto recentemente da problemi sanitari ad una forzata immobilità lavorativa, ho pensato bene di occupare il tempo con una ricerca sistematica, quasi alfabetica, sulla musica Rock e tutte le sue varianti dalla fine degli anni sessanta fino ad oggi, con particolare riguardo naturalmente al periodo a me più caro degli anni 70 e primi 80.
I musicisti e i dischi fondamentali, non necessariamente di mio gusto, sono stati analizzati storicamente sfruttando i molti siti web dedicati all’argomento. Ho fatto così anche piacevoli scoperte/riscoperte e riascoltato vecchi classici che sembravano dimenticati.
Memorabile e insostituibile il periodo del Rock progressivo anglosassone, che ha scavato un solco nel cuore della mia generazione: Genesis, King Crimson, Jethro Tull, Emerson, Lake & Palmer, Van Der Graaf Generator, Yes, Pink Floyd, Gentle Giant, Camel, Traffic e, in Italia, Banco del mutuo soccorso e Premiata Forneria Marconi su tutti.
 Ho riascoltato con emozione e partecipazione –forse anche con nostalgia?- capolavori come Nursery Crime dei Genesis, Aqualung dei Jethro Tull, The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd, In The Court Of The Crimson King dei King Crimson. Ho riscoperto gruppi “di confine” come gli Uriah Heep e ho scoperto ex novo gruppi neo-progressive quasi contemporanei come i Pendragon, i Porcupine Tree, i Beardfish…
Dopo lo scossone del Punk, il movimento cosiddetto New Wave dalla fine degli anni 70 alla metà degli 80 sforna artisti memorabili come Talking Heads, David Bowie, Roxy Music, Patti Smith, Ultravox, Police, Simple Minds, Eurythmics, Style Council, U2, Cocteau Twins, Dead Can Dance e via discorrendo.
Album come Remain In Light dei Talking Heads, Reggatta de Blanc dei Police o Café Bleu degli Style Council hanno lasciato il segno e portato una ventata di idee nuove nel panorama musicale del periodo.
Questa mia improvvisata ricerca retrospettiva è ancora in pieno svolgimento, quindi per ora mi fermo a questa semplice introduzione generica all’argomento, col proposito di riprenderlo e rinnovarlo in altri futuri post.

venerdì 17 giugno 2011

Letture

Dopo avervi girato attorno per anni “come un moscone sulla merda” mi sono finalmente deciso a leggere Viaggio al termine della notte di Celine. Lo temevo, ma ne ero attratto. Una volta accettata la strana prosa istantanea, colloquiale e infarcita di termini in antico Argot (il nostro gergo), traduzione permettendo, si viene rapidamente assorbiti dal flusso narrativo autobiografico e autolesionista dell’autore. Purtroppo mi sono trovato pienamente concorde con l’impostazione nichilista e disfattista che accompagna tutta la narrazione.
Nessuna speranza di redenzione viene concessa al genere umano: “E’ che non conoscevo ancora gli uomini. Non crederò più a quello che dicono, a quello che pensano. E’ degli uomini e di loro soltanto che bisogna aver paura, sempre.”
Come si può dargli torto?


mercoledì 15 giugno 2011

Referendum. Considerazioni sul nucleare.

Come facilmente prevedibile, i recenti referendum si sono conclusi con una schiacciante vittoria del Sì. Il risultato, soprattutto riguardo il quesito sul nucleare, mi lascia piuttosto perplesso e mi pare il frutto di un pericoloso mix di propaganda faziosa e disinformazione. Purtroppo la tragedia giapponese, dovuta, ricordiamolo, ad un cataclisma naturale superiore a qualsiasi capacità umana, ha influenzato in modo significativo il già fragile equilibrio emozionale degli italiani. Queste scelte sono spesso scelte di “principio” più che dettate da argomenti razionali.  Tra questi argomenti ne elenco alcuni, già ampiamente trattati sui media, che, purtroppo, interessano prevalentemente le generazioni successive alla mia.
  1. 1.    Le fonti energetiche attuali, quasi tutte non rinnovabili, non dureranno in eterno, anzi si prevede il loro esaurimento nell’arco di decine di anni (decine, non centinaia o più!). Questo è un fatto acquisito, ben noto da tempo.
  1. 2.    Le cosiddette energie alternative, assolutamente preferibili–chi è così stolto da negarlo!-,  grazie alla lungimiranza dei nostri governanti e agli interessi economici sottostanti, sono molto arretrate ed insufficienti a garantire il continuo aumento di richieste energetiche del pianeta. Vedi paesi “emergenti” e popolosissimi come India e Cina.
  1. 3.    Nonostante questo, tutti, compresi coloro che hanno votato con convinzione per il Sì (…e non ditemi di no!), usano e continueranno ad usare sempre più elettrodomestici, condizionatori, cellulari, computers, Playstation, aerei, automobili, treni e chi più ne ha più ne metta. Chi è fra noi disposto a tornare indietro di cent’anni, quando verranno a mancare le fonti di energia? Spostarsi a dorso di mulo? Leggere a lume di candela? Comunicare coi piccioni viaggiatori?
  1. 4.    Nessuno in Italia, compreso il sottoscritto evidentemente, vuole avere vicino a casa centrali nucleari, discariche o ferrovie ad alta velocità, però continuiamo imperterriti col nostro stile di vita, a consumare energia, a produrre rifiuti, a promuovere Referendum… 
Cioè, come si dice dalle mie parti, vogliamo “ovo, galina e cul caldo”.
Ergo, quale fonte energetica abbiamo a disposizione nell’immediato, che ci permetta di tamponare la situazione fino allo sviluppo completo e duraturo –se ci sarà- delle energie alternative?

“Risposta non c'è, o forse chi lo sa,
caduta nel vento sarà.”


martedì 14 giugno 2011

Introduzione e inaugurazione

Iniziamo con delle semplici definizioni.

ostèllo    [o'stɛllo]
s.m.
[letterario] abitazione, dimora.

Le Muse (in greco: Μοῦσαι, -ῶν; in latino: Mūsae, -ārum) sono 9 personaggi della mitologia greca e romana, figlie di Zeus e di Mnemosine o Memoria, o, secondo un'altra versione, di Gea (Terra) e Urano (Cielo). L'importanza delle muse nella mitologia antica era assai elevata: esse infatti rappresentavano l'ideale supremo dell'Arte, di cui erano anche patrone ed erano preposte alle varie forme di pensiero, sotto la guida di Apollo.
Il numero delle muse e il campo dell'arte in cui esse agivano venne precisato intorno al IV secolo a.C. I loro nomi erano:


Le conclusioni sono semplici.
Diamo una dimora e un rifugio alle varie forme di pensiero artistico –e anche non?-, nelle sue molteplici espressioni. Classiche, come letteratura, musica, poesia, teatro, pittura, ecc. Moderne e contemporanee, come cinema, fotografia, grafica, videoediting, webart, ecc.
Creiamo un punto d’incontro per commentare un libro, un film, uno spettacolo teatrale o un concerto; per raccontare le emozioni di un ascolto musicale o di un viaggio, magari con l’aiuto di foto e video.
E, tra un pensiero e l’altro, diamo sfogo, perché no?, a brevi considerazioni di carattere sociopolitico, etico, lavorativo e chi più ne ha più ne metta.
Signori, si va in scena… e vediamo cosa succede.

N.B.: Il blog è “WORK IN PROGRESS” fino a data da destinarsi!