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domenica 26 giugno 2011

La settima arte, oggi

Uno alla volta, hanno chiuso i battenti tutti i vecchi cinema del centro storico. Che tristezza! Le nostre domeniche adolescenziali con gli amici… Le serate con la morosa… La storica abbinata pizza e cinema… E ora?
Tutti a vagare come zombi nei centri commerciali dotati di cinema multisala 3D, a ingozzarci –lo fanno tutti!- di popcorn e cocacola in bicchieroni di plastica, a comprare -già che siamo qua- cazzate assolutamente inutili, rintronati da musicaccia infernale e congelati dall’aria condizionata –così si risparmia quella di casa-?
Nooooo!

Per fortuna esistono ancora i cineforum. Pochi, magari mal distribuiti o improvvisati, ma esistono.
Non sono un’entità astratta o virtuale del cyberspazio in cui, distratti da altri target, chattiamo o postiamo commenti pieni di k x y @ # sull’ultimo videoclip di MTV o di Youtube.
Nooooo!
Sono vecchi locali in muratura, talvolta rimodernati talaltra no, occupati interamente da file di poltrone che guardano una parete coperta per quasi tutta la grandezza da uno schermo bianco. Rivolto verso quella parete, quando la vista mi funziona, confuso in mezzo a pochi altri carbonari, a pensionati più o meno parkinsoniani e sciami di vedove inconsolabili, riesco ancora a godermi un bel film, quelli cosiddetti “d’autore” solo perchè raccontano con passione e sapiente mestiere una bella storia.
Già, perché il segreto è tutto lì. Per fare un bel film serve una bella storia, coinvolgente e ben raccontata. Drammatica o divertente, non importa, basta che sia bella.
Quelli non “d’autore” poi, con intenti prevalentemente commerciali, in genere sono un vergognoso guazzabuglio di volgarità, sesso, violenza ed effetti speciali che molto raramente si combinano in un prodotto di qualità; vedi i nostri cinepanettoni o le megaproduzioni hollywoodiane ispirate a fumetti o videogiochi (sic!).
Nei cineforum, per fortuna, si può assistere al connubio fra film decisamente difficili o indigesti, ma stimolanti, e film più commerciali fruibili da un vasto pubblico, ma ciononostante di elevata qualità.
Per fortuna, l’elenco di questi ultimi è ancora abbastanza lungo. Il primo nome che mi viene in mente a mo’ di esempio è quello di Clint Eastwood, che da Mystic River in poi sembra non sbagliare un colpo.
Non vorrei mai assumere il ruolo di spocchioso saccente col naso levato, che gode solo nel guardare film pallosissimi di provenienza esotica, vincitori –come evitarlo?- di qualche festival cinematografico alternativo. Questo mai. Tutti noi pseudo-cinefili abbiamo adorato Fantozzi e il suo urlo liberatorio “Per me la corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca”!
Scrollandomi di dosso questo imbarazzo, posso parlare solo di quello che al cinema mi emoziona, mi stimola, mi commuove e soprattutto mi piace. E magari parlarne con voi.

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