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giovedì 19 febbraio 2015

Canone RAI... Quando mai!

Sta per scadere il termine ultimo, anzi ultimissimo, per il pagamento dell'odiato balzello d'inizio anno: il famigerato canone RAI.

Di fronte alle valanghe di programmi demenziali e diseducativi, alle improponibili imitazioni di format d'oltreoceano, ai talk-show volgari e fasulli imbarbariti da pessime frequentazioni, alla inutile informazione giornalistica vergognosamente succube del potere costituito, alle ridicole fiction di ispirazione sudamericana, il rifiuto di contribuire anche con pochi euro è assolutamente giustificato.

Esistono però, e devo riconoscerlo, grazie all'avvento della TV digitale terrestre, pochi, pochissimi esempi di trasmissioni di cultura e informazione che meritano assolutamente la nostra attenzione e forse, perché no, giustificano almeno in parte il nostro sacrificio economico.
Fra questi, recentemente mi sono imbattuto in alcuni documentari su Rai5 di argomento artistico e storico che mi sento assolutamente di consigliare.

Art of Paesi Bassi : incantevole viaggio in tre puntate attravesso l'arte e la storia delle Fiandre, del popolo fiammingo e dei Paesi Bassi, dagli arazzi e dalle miniature del 1500, attraverso il secolo d'oro, il XVII, fino ai giorni nostri.
Il mercoledì sera su Rai5, alle ore 22:20, poi in replica in altre fasce orarie.


Sempre il mercoledì sera, alle 21:15, in otto puntate, Tomaso Montanari ci narra la magnifica vicenda umana e artistica di Gian Lorenzo Bernini in "La Libertà di Bernini".
Con insuperabili immagini della Roma barocca, delle sue piazze, dei sui palazzi, delle sue fontane.







Tomaso Montanari, Storico dell'arte:

"Sono convinto che gli storici dell’arte servano a fare entrare le opere d’arte nella vita intellettuale ed emotiva di chi si occupa di tutt’altro.
Penso anche che l’amore per la storia dell’arte non debba essere un fatto privato (o peggio un’evasione, o un modo per non pensare), ma pubblico e ‘politico’. L’articolo 9 della Costituzione ha, infatti, mutato irreversibilmente il ruolo del patrimonio storico e artistico italiano, facendone un segno visibile della sovranità dei cittadini, dell’unità nazionale, e dell’eguaglianza costituzionale, perché ciascuno di noi (povero o ricco, uomo o donna, cattolico o musulmano, colto o incolto) ne è egualmente proprietario.
Ma tutto questo è assai difficile da capire, perché oggi la storia dell’arte non è più un sapere critico, ma un’industria dell’intrattenimento ‘culturale’ (e dunque fattore di alienazione, di regressione intellettuale e di programmatico ottundimento del senso critico). Strumentalizzata dal potere politico e religioso, banalizzata dai media e sfruttata dall’università, la storia dell’arte è ormai una escort di lusso della vita culturale."