Blog NEWS (13/05/17)

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domenica 18 gennaio 2015

2015, fuga dalla realtà

Dicono che, nella vita, la nostalgia sia una pessima compagna di viaggio.
Per sopravvivere, ci insegnano psicologi, storici, governanti e intelligentoni vari, bisogna sempre guardare avanti, mai indietro. Bisogna rivolgersi al futuro con fiducia, bisogna evitare confronti deprimenti e improduttivi con il passato.

Bene.
Saudade - Josè Ferraz de Almeida Jùnior  (1899)

Quindi mai e poi mai ritornare con la mente a quando il tuo lavoro aveva un valore, a quando qualcuno, seppur fugacemente, apprezzava la tua intelligenza e Il tuo buon senso, ti rendeva partecipe di un progetto, illudendoti di avere un ruolo costruttivo nel mondo, di essere quasi predestinato all'immortalità (in realtà traguardo "quasi" raggiunto, visto che ora ti hanno trasformato in uno zombie con un numero di matricola sulla fronte e null'altro).
Mai e poi mai ripensare alle belle passeggiate nel cuore antico della tua città, fra vecchie osterie fumose, librerie con scaffalature di legno massiccio, piccoli cinema la cui coda all'entrata ostacolava il passeggio del sabato pomeriggio, negozietti a conduzione familiare il cui nome e il cui prestigio passava di bocca in bocca da generazioni.
Mai e poi mai illudersi di aver trascorso i più begli anni della giovinezza in compagnia di veri e insostituibili amici, a ridere, chiacchierare e discutere di tutto fino a notte fonda, seduti sui muretti dei giardini, delle parrocchie, senza nessuna interferenza da parte di Facebook, Twitter, WhatsApp e suonerie demenziali, ma spesso accompagnati dalle urla isteriche ed esasperate delle vecchiette affacciate alle finestre, desiderose di dormire e di stare in pace almeno la notte.
Guai a ripensare al tuo vecchio motorino con avviamento a pedale, monocilindrico, due tempi, alimentato a miscela; quell'intruglio verdastro che ti preparavi personalmente in cantina con le attrezzature del piccolo chimico, retaggio di qualche regalo natalizio dell'infanzia.
Mai ripensare con rimpianto alle inzuppate di pioggia prese correndo in bici o in motorino da un quartiere all'altro della città per una festa, una prova in teatro, una riunione del gruppo "Attività sociali". Al tuo vecchio Eskimo fradicio e ai sacchetti di cellophane usati per proteggere le gambe, al tuo vecchio passamontagna rosso, buono per tutte le occasioni.

Vergognati, se ti viene voglia di rileggere i vecchi autori che hanno contribuito a cambiarti la vita, a stimolarti il pensiero, ad allargarti gli orizzonti. Garcia Marquez, Tolkien, Pavese, Bradbury, Dumas, Buzzati...

E non azzardarti neppure a riascoltare con immutato piacere quei vecchi LP polverosi che ti hanno aperto la mente a sonorità inaspettate: Genesis, Pink Floyd, King Crimson, Van der Graaf Generator, Premiata Forneria Marconi, Banco del Mutuo Soccorso...




Guai!
Sei solo disfattista e qualunquista. Un ingrato della peggior specie. 
Non apprezzi tutti gli sforzi che i nuovi padroni, i governanti intrallazzati, le multinazionali, le banche, gli sceicchi del petrolio e i loro amici fondamentalisti islamici stanno facendo per renderti il futuro migliore.

2015.
Ai tempi lontani cui attinge linfa vitale la mia nostalgia sembrava solo fantascienza. 
Non solo futuro, molto oltre. Forse troppo oltre.






domenica 4 gennaio 2015

Discorso di chi va, discorso di chi resta...



Natalino Balasso: Discorso di Capodanno 2015