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giovedì 28 marzo 2013

STACCA LA MALEDETTA SPINA ("unplugged forever")


Ogni giorno il tanfo stagnante ti annienta il respiro, la melma pestilenziale ti soverchia, l'onda quotidiana di putridume oltrepassa di gran lunga la punta dei tuoi capelli inariditi e ti rivolta come uno tsunami nel condotto delle fogne. E tu sprofondi. Non riesci a muovere le gambe e le braccia per sollevarti, è come tentare di nuotare nel gel per capelli ma senza pettine, nella nutella ma senza poterti leccare le mani, senza la voce della mamma che ti chiama per la merenda. Senza voci, senza suoni, senza canzoni. Un profondo gorgoglìo dal tubo di scarico della tua coscienza.

Poi, inaspettatamente ma inevitabilmente, un piccolo baluginìo nella caligine del mondo, piccolissimo e lontano, quasi irraggiungibile, un ritmo atavico che mette in vibrazione l'aria gelatinosa e una voce, ancora più lontana, che canta...
A SCIVOLARE Giù.... Nella CORRENTE.
Per RISALIRE Su....DOLCEMENTE.
IRRESISTIBILE...STUPENDO, INCONCLUDENTE,
Dannato VIVERE.... Dannato VIVERE.
I detriti putrescenti del tuo lavoro di merda poco a poco si staccano da te. La mente inquinata dalle scorie della sfatta umanità si ripulisce, si risciacqua, si centrifuga.
Dal koma proverò a riemergere
Nelle nebbie mie lisergiche,
O Madonna che ora era,
Era oggi o ieri sera?
...
pace amore e GIOIA INFINITA 
I timpani incollati e raggrinziti da cacofonie invadenti e onnipresenti poco a poco si distendono, oscillano, si dibattono e percepiscono, dapprima in lontananza, poi sempre più vicino, un suono, una vibrazione, un tam-tam...
È in onda Radio Conga dal centro della jungla
C'è qualcuno la sopra? (Mayday mayday !)
Ecco, riesci a camminare con le tue gambe, lasci impronte melmose strascicate sul selciato infangato dalle gocce  di pioggia cadute come mignatte su questo stupido marzo, prolasso d'inverno. Le luci opalescenti che si avvicinano sono l'ingresso di un teatro. Altri ominidi sperduti come te, con lo sguardo nebuloso, vagano nell'ingresso, sulle scalinate, nei corridoi. Percepiscono tutti lo stesso rumore e ne sono inconsciamente attratti, come zombie dal tanfo di carogna e sangue.
Che rumore fa la felicità
Insieme, la vita lo sai bene
Ti viene come viene,
Ma brucia nelle vene
e viverla insieme
è un brivido è una cura
serenità e paura
coraggio ed avventura,
da vivere insieme, insieme, insieme, insieme … a te.
Aloni di luce fioca provenienti  da piccole abat-jour poste su un palco, in fondo alla sala, illuminano chitarre, microfoni,  gettano riflessi sui piatti di una batteria, oscillano al ritmo della grancassa. Alienati cenciosi in crisi mistica uguali a te affollano la platea, si sporgono dalle balconate, battono le mani a ritmo, alzano le braccia al cielo, fanno la ola...
Sei uguale a me
Altro che no
Sei come me
In ogni atomo
La merda è rimasta fuori, il lerciume del mondo qui dentro non ti può raggiungere. Ti puoi muovere liberamente, puoi cantare a squarciagola, puoi ridere, puoi ballare. Sei confuso. Tutto è diverso, non è più come prima. Tutto vive, pulsa, fluisce mollemente da un corpo all'altro, vibra nell'aria sopra le teste. Non capisci cosa sta succedendo, ma  ti  piace e ti senti libero.
Stai tranquilla non è niente
È solo vita che entra dentro
Il fuoco che ti brucia il sangue
Quella è l'anima
Puo' anche non piacerti il mondo
o forse a lui non piaci te
comunque questa e' un'altra storia
questo e' Hemingway
E se anche fosse un sogno, non ti importa. Adesso sei qui e vuoi restarci. La discarica del mondo resta fuori... Almeno per questa notte!
Tra una botta che prendo
E una botta che dò
Tra un amico che perdo
E un amico che avrò
che se cado una volta
una volta cadrò
e da terra, da lì m'alzerò
C'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò

P.S. Libere impressioni sul concerto unplugged tenuto dai Negrita al Teatro Filarmonico il 25/3/13.


 



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