Blog NEWS (13/05/17)

  • - The end of the game...
  • - Continua l'autunno: nuovo post.
  • - Nuove foto: autunno stagione magica!

venerdì 17 gennaio 2014

Un viaggio nel profondo dell'anima sul treno di notte per Lisbona

Un libro tutt'altro che perfetto, ma dal fascino imprescindibile. Precipitato dal cosmo letterario come una meteora improvvisa nel momento ideale di una vita imperfetta, oppressa da interrogativi senza risposta e dal peso di un'anima lacerata in piena crisi d'identità. 

Sgombriamo il campo dagli equivoci ed elenchiamo subito i suoi evidenti limiti tematici e compositivi: troppo lungo, in molti punti troppo autocompiacente e avvitato su sé stesso, in qualche occasione troppo prolisso nelle lunghe e ricorrenti  dissertazioni filosofiche che ne rappresentano d'altronde l'asse portante (ricordiamo che l'autore è un filosofo...). I temi esistenziali trattati negli excursus attribuiti al personaggio di Amadeu non sono sempre all'altezza delle premesse e si infrangono talvolta in un mero esibizionismo intellettuale, comunque di piacevole lettura.
La città di Lisbona, meravigliosa nelle sue atmosfere senza tempo, usata come palcoscenico idealizzato che ne risalta solo gli aspetti poetici e affascinanti. Non nego che la scelta della location, a me particolarmente cara, abbia influito notevolmente sulla decisione di affrontare questo libro.

Qualche personaggio sopra le righe; in primis la sorella Adriana, affetta da un amore morboso e patologico per il fratello.
Le prime pagine della storia, dall'ipotetico suicidio sventato della ragazza portoghese al casuale ritrovamento del libercolo di Amadeu de Prado, fino all'effetto dirompente da esso esercitato sul patetico professor Gregorius, risultano decisamente poco credibili.
Quasi ridicoli appaiono talvolta i contorsionismi funambolici del povero professore di lingue morte che passa da una vita insignificante, ripetitiva, anonima dedita solo allo studio e all'insegnamento, ad una vita schizofrenica fatta di notti insonni, spostamenti improvvisi a qualunque ora del giorno o della notte e su qualunque mezzo di trasporto, incontri inaspettati, donne misteriose, segreti mai svelati, corse trafelate... Insomma una specie di Indiana Jones alla ricerca dell'anima perduta.

Ma se ci si lascia trasportare senza troppe remore nel viaggio improbabile del professor Gregorius verso i misteri della vita propria e altrui, nei meandri misteriosi dell'animo umano, nei drammatici e appena un po' patinati eventi storici dell'ultimo secolo, nelle imprevedibili occasioni che la vita ci offre se abbiamo il coraggio di montare sul treno giusto al momento giusto, allora il libro di Pascal Mercier ci scorre dentro come un fiume impetuoso.


Un romanzo a tema, particolare, diverso, per certi versi azzardato e coraggioso, ove si tenta, a mio parere con successo, di diffondere cultura, storia e pensiero filosofico vestendoli con una romanzesca miscela di introspezione e avventura.


Dal libro è stato tratto il discusso film di Bille August con Jeremy Irons, che sono molto curioso di vedere, una volta trascorso un sufficiente intervallo di tempo dalla lettura.





Nessun commento:

Posta un commento