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giovedì 22 maggio 2014

OPEN... your mind

Ogni forma vivente, per sopravvivere, ha bisogno di nutrimento, di luce, di stimoli vitali, di sollecitazioni, di soddisfare bisogni e di raggiungere traguardi...
La nostra vita stessa, in primis, necessita di tutto questo; poi, con essa, le nostre attività, principalmente il lavoro, se abbiamo la fortuna (?) di averlo ancora, ma anche tutte le altre ritenute secondarie, fino alla più banale e insignificante. In pratica, qualunque attività della nostra mente funziona così.
Se vengono a mancare questi elementi nutritivi e stimolanti, la nostra creatura si inaridisce e muore, non ci sono santi. 
Il giardino delle nostre idee diventa, col tempo, un arido deserto di pietre e sabbia.
Tutto ciò vale anche per questo piccolo blog.
Se ormai per la mia professione ho già da tempo recitato il De Profundis, e non nutro certo speranze che, nel contesto in cui mi trovo, possa rinascere dalle proprie ceneri come novella Fenice, non vorrei col tempo dover fare lo stesso con questa mia piacevole isola virtuale, piccolo ma solido approdo per un naufrago alla deriva.

Detto questo, riprendiamo fiato e procediamo.



Dopo un breve periodo di abulia, navigando in rete (non quella dei pescatori, somari!) da un link all'altro, mi sono imbattuto in un bellissimo sito di informazione musicale: Open (http://www.opento.it/index.htm).
La splendida veste grafica della homepage mi ha subito piacevolmente impressionato: semplice, immediata, ordinata, con icone "simboliche" di riferimento alla varie sezioni e poche immagini ben organizzate. Nulla di dispersivo, tutto chiaro ed immediato (io odio i siti caotici, sovraffollati e pieni di finestre, foto, video, ecc). Oltre ai contenuti, decisamente interessanti, di cui parlerò fra breve, risulta stimolante l'opzione di iscriversi con pochi passaggi alla newsletter OPEN Magazine che ci tiene regolarmente aggiornati  via mail sulle novità del sito, nuovi articoli, recensioni discografiche, eventi, concerti e altro ancora.

Proprio consultando la pagina delle recensioni, ho avuto modo di fare la conoscenza con due realtà artistiche totalmente italiane, una volta tanto: il sestetto romano Ingranaggi della Valle, al loro debutto discografico con "In Hoc Signo", e Fabio Zuffanti, elemento ben noto nell'ambiente progressive internazionale, col suo ultimo concept CD "La quarta Vittima".

Rimandando, per chi fosse interessato, alle recensioni originali, mi limito a dire che i primi ascolti mi  hanno lasciato una impressione molto favorevole, riportandomi a vecchie atmosfere anni '70, anche se piacevolmente contaminate da inevitabili spifferi di modernità e ricerca musicale.
Navigando fra le varie sezioni in cui è suddiviso il sito, ho molto apprezzato quella dedicata alla rivalutazione di album over 40, capolavori a cavallo fra gli anni '60 e '70, e quella, intitolata Rewind, dedicata a ristampe e riedizioni di album di indubbio valore, ma pubblicati non troppo recentemente, talora ben noti anche al vasto pubblico, talaltra piccole e preziose chicche da aggiungere al nostro modesto bagaglio musicale.
Tutto ormai facilmente fruibile in streaming on line dai siti dedicati, almeno per un veloce assaggio, e scaricabile, dietro pagamento di cifre spesso modeste, in formato digitale compresso mp3/320, o meglio, in formati lossless Flac/ALAC/AAC, talvolta anche disponibili nella versione alta qualità a 24bit.
Uff...!
Giro la testa nel mio studio a guardare con affetto la mia storica collezione di CD/LP e il mio non così decrepito impianto Hi-fi. Anzi, negli anni recenti ne ho anche migliorato la qualità, sostituendo, per rottura o vetustà, sia amplificatore che lettore CD. Il pezzo più vecchio, a cui non rinuncerò mai, è un buon giradischi Ariston QDeck del 1990, negli ultimi anni quasi mai utilizzato. Lo accendo solo di tanto in tanto per accertarmi che continui a funzionare.
Che tristezza, che nostalgia...

Ora uso assai più spesso il mio nuovo micro DAC (convertitore analogico-digitale) USB Audioquest DragonFly, collegato al Mac, da cui, con una buona cuffia in-ear e l'interfaccia di un buon software (Audirvana Plus), posso ascoltare alla massima qualità possibile la musica liquida immagazzinata nell'hard disk.
Notare la profusione di vocaboli tecnici, acronimi, inglesismi...

Così l'hanno chiamata: musica liquida. In quanto non vincolata a supporti solidi... Sic!

A quando anche il nostro pensiero diventerà "liquido", in quanto non più vincolato a supporto solido, alias cervello?




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